Ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi analizza il derby vinto dal Milan contro l’Inter che riapre la corsa scudetto.
Arrigo Sacchi parla del Derby disputato ieri tra Inter-Milan vinto dai rossoneri per 2-1 con doppietta di Giroud. Ecco Sacchi ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Inizia parlando della partita: “La differenza tra nerazzurri e rossoneri era enorme, i ragazzi di Inzaghi hanno sbagliato parecchi gol. Il Milan non era coordinato, troppa distanza tra i reparti e poi quel Kessié a marcare Brozovic non mi ha convinto”.
Il vantaggio interista con Perisic: “Strameritato. L’Inter ha dimostrato di avere più fisicità, più qualità individuali e più esperienza”.
Continua parlando del vantaggio: “L’Inter ha fatto come fanno tutte le squadre italiane: una volta in vantaggio, anziché cercare il ko, si preoccupano di gestire, rallentano il ritmo. Non va bene. Bisogna attaccare e avere coraggio per novanta minuti e più”.
L’ex tecnico rossonero parla di un campionato riaperto
Sarri parla così dopo il Derby di Milano: “Classifica accorciata, ma l’Inter resta la più forte. Adesso dovrà dimostrare maturità: non è semplice assorbire certi colpi. Però le qualità del gruppo di Inzaghi sono superiori a quelle degli altri”.
Sui rossoneri: “Che il Milan deve riprendere tranquillità e deve tornare a essere quello che è stato nella prima parte della stagione, cioè un collettivo. I giocatori di Pioli non hanno la forza fisica, l’esperienza e la tecnica degli avversari: devono sopperire a queste mancanze con il senso del gruppo, con lo spirito di sacrificio”.
Un pensiero sugli allenatori: “Sono due bravi allenatori, devono credere ancora di più in quello che fanno e nel proprio gioco. Serve maggiore convinzione in modo da dare uno stile alla squadra. Guardino il Liverpool, il City, ma anche il Porto, cioè le squadre che stanno esprimendo il miglior calcio in Europa. In Italia siamo spesso sotto ritmo, e questo è un difetto da cancellare. E poi mi piacerebbe vedere più pressing, squadre più corte e di conseguenza più organizzate. Se si è vicini, ci si aiuta di più. Il Milan, quando è stato una squadra, un gruppo coeso, ha costruito il successo”.